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Rocca medievale e Mastio

Fu edificata nella prima metà del secolo XIII dal Comune di Reggio Emilia per difendersi dai Mantovani che più volte la assalirono.
Indirizzo Vicolo Castello, 2, 42046 Reggiolo RE, Italia
Punti di contatto
Cap 42046
Modalità di accesso

La rocca attualmente non e' visitabile, a seguito degli eventi sismici del 2012

Nel centro storico di Reggiolo sorge l’imponente Rocca, creatasi intorno all’antica torre medievale (mastio) del 1242, su una modesta altura artificiale, detta “mota”, ora compensata dal rialzo della strada. La torre, circondata da un muro di cinta lungo 40 metri e che in origine non doveva superare gli 8 metri di altezza, risulta così essere il primo elemento di fortificazione del paese, eretto dai reggiani.

Nel corso dei secc. XIV° e XV° l’assetto della Rocca subì sostanziali modifiche ad opera dei Gonzaga con i quali (intorno al 1370), per difesa contro le bombarde, il muro di cinta (“circhia”) fu innalzato fino a raggiungere i 14 metri e dotato di quattro torri angolari alte circa 20 metri, due delle quali, quelle rivolte a sud, sporgenti. E’ ben visibile la linea di separazione verticale tra il muro più recente e le torri costruite in precedenza. A nord, dove si apre la porta principale, le torri, in linea con le mura e dotate di un lato obliquo, erano protette dal fossato e volte verso il territorio mantovano.
Tutte le torri sono aperte verso l’interno per consentire più facilmente le manovre di mezzi e persone; è verosimile che fossero collegate con il mastio centrale tramite passerelle “volanti” inserite nei numerosi fori dei muri. A sud, la sporgenza delle due torri d’angolo e la presenza di un’altra torre a difesa della porta, consentivano di tenere sotto tiro gli assalitori, grazie a numerose feritoie a strombo aperte all’interno e più strette verso l’esterno.
Al centro della facciata sud si apre una stretta porta d’accesso, in corrispondenza della quale sorge una quinta torre centrale; sugli stipiti della porta è ancora visibile il canale entro cui scorreva in verticale la saracinesca che chiudeva la porta. Di fronte esisteva un’altra fortificazione (battifredo) ora scomparsa, che si raccordava alle due torri laterali. Sono ancora visibili nelle torri angolari le tracce (i mattoni di colorazione diversa) di questo muro di recinzione che fungeva da anticamera tra la porta d’ingresso e il ponte levatoio più esterno.
Tutt’intorno al perimetro murario correvano i camminamenti per le ronde di guardia dei soldati.

Restano ancora tracce dell’antica merlatura, presumibilmente piatta durante il dominio della guelfa Reggio, e “a coda di rondine” con la ghibellina Mantova. La Rocca aveva all’interno un vasto spazio nel quale trovavano posto gli ambienti per i soldati, le stalle, i magazzini delle derrate, qualche casa, una chiesa dedicata a S. Maria e la sede del Governatore o del Vicario.

All’esterno, la Rocca era difesa da un profondo fossato che circondava anche la parte abitata a nord, denominata “castello”, cinta da mura e collegata alla Rocca con un piccolo ponte levatoio. Il fossato di difesa, alimentato con l’acqua del vicino canale Tagliata, veniva così ad assumere la forma di un grande “otto” che circondava (e separava) in tutto il suo perimetro il complesso fortificato e quello abitato. Nel corso del ‘700 furono demolite le mura e le torri presenti nella zona incastellata.

Dai documenti, si hanno notizie dell’intervento, nel 1472, dell’architetto fiorentino Luca Fancelli, chiamato a Mantova dai Gonzaga come collaboratore dell’Alberti e come sovrintendente ai vari cantieri aperti in città. A Reggiolo gli fu affidata la sistemazione del cosiddetto “palazzo in rocca”, con la creazione di tre sale stuccate e decorate delle quali però, oggi, non rimane che un solo salone spoglio situato nella parte est della struttura. Malgrado questi lavori di restauro e di risistemazione della Rocca ad ambiente abitativo e residenziale, i Gonzaga, per i propri soggiorni nella zona, preferirono la vicina Villa Aurelia; in generale la Rocca non ricoprì mai veramente una funzione residenziale ma, piuttosto, mantenne la sua tipologia di edificio militare, oggi presenza unica di questo genere nella Bassa. 

Il Mastio

Costruito nel 1242, è la parte più antica della Rocca. Ha un’altezza di 36 metri per una lunghezza nelle pareti esterne di 11,30 metri. Alla base è munito di un barbacane di rinforzo alla struttura, sporgente di circa un metro rispetto alla linea delle pareti. Presenta una muratura massiccia, che parte da uno spessore di circa 2,30 metri nella parte più bassa, ma che via via si riduce fino a 1,80 m. nella parte alta. Vi si accedeva soltanto attraverso una porta sopraelevata munita di una scala di legno che poi veniva ritirata. All’interno vi sono cinque piani, oltre al piano terra e all’ultimo piano, ora a cielo scoperto, ma un tempo fornito di tetto, che possono essere risaliti con una scala a muro in marmo di 130 gradini, realizzata presumibilmente a fine ‘300/inizio ‘400. Si possono ancora notare i fori nella muratura che erano serviti per fissare i ponteggi nella costruzione dello stesso mastio.

I restauri recenti

Adibita ancora nel dopoguerra a usi abitativi, a sede scolastica e di laboratori artigianali, la Rocca ha poi conosciuto vari interventi di restauro tra i più importanti dei quali si ricordano quelli del 1976-1978 che hanno riguardato principalmente il mastio, e quelli del 1980-1983 che si sono occupati delle rimanenti strutture.
Il terremoto del 1985, benché non avesse arrecato danni gravissimi, rese inagibile la Rocca per un periodo di circa dieci anni. Solo nel 1995 infatti, vennero intrapresi i lavori (tra cui il rifacimento della pavimentazione interna ed esterna) che portarono poi alla riapertura definitiva della Rocca al pubblico e ad un suo migliore inserimento nella vita e nelle pubbliche manifestazioni della comunità. Oggi la Rocca non è agibile e visitabile al suo interno. Il sisma del 2012 ha lesionato la struttura e abbattuto molti merli.  E' in corso la progettazione esecutiva che consentirà, una volta approvata, il restauro dell'antico maniero.

Tratto da Storia di Reggiolo (1983) di Aldo Zagni

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